Sono poche le cose di cui sono certa: dello sguardo preoccupato e rassegnato del mio migliore amico quando dico “devo raccontarti una cosa” e di come lo guardo io quando, dopo avermi ribadito la realtà dei fatti, rispondo “hai ragione, hai ragione, lo so che hai ragione”. Dei sorrisi dei miei nipoti quando gioco con loro, della reazione di tutti i miei amici quando apro troppe parentesi e della telefonata notturna di mia madre quando ritorno in Puglia.
Ci sono poche cose di cui sono certa, una di queste è che il caffé, preso al mattino per cercare di svegliarmi o dopo il lavoro, quando decido che merito un premio, è piacere solitario che merita grande attenzione e completa immersione.
L’odore, adrenalina pura, ti sorride, ti fa sentire viva. Poi arriva la tazzina, calda e fumante, e sono certa che finirà presto e che bevendolo avrò subito voglia di ordinarne ancora. Sono anche certa che bere troppi caffé aumenta il mio essere noiosa e petulante e il grado di nequizia in chi mi è attorno. Così cerco di trattenermi, sfioro con le labbra la tazzina, la inclino leggermente e lascio che solo una piccola parte del caffé vada a bagnare la bocca ancora chiusa. E sebbene mi riprometta di farlo durare più a lungo non ci riesco, la testa si reclina, le labbra scorrono sulla tazzina, che alzo fino a coprire il naso: mi immergo.
Sono certa che quando rimetterò la tazzina sul bancone mi dispiacerà, valuterò la possibilità di prenderne un altro e boccerò quest’idea accontentandomi di succhiare il sapore che ancora resta attaccato al labbro superiore.
Sono anche certa che se guarderò il barista questo si renderà conto della traccia che il caffè lascia su di me. Allora mi sorriderà e si indicherà il naso con l’indice, toccandosi la punta con tre colpi. E a me non resterà che prendere una salvietta e strofinarmi il naso, poco sopra la punta.
5 settembre 2011 at 09:12
sei sicura che stai parlando del caffè…oh oh…?????????
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5 settembre 2011 at 10:59
Non vorrei saperlo, ma te lo chiedo lo stesso: in quale altra occasione il barista si indica il naso per dirti che ti sei sporcata?
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5 settembre 2011 at 10:49
…….. il caffè richiede arte anche quando lo si beve ……. da vera napoletana (adottata)
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5 settembre 2011 at 11:03
Adottata è una parolona: sono stata a Napoli solo una volta e ciò che mi ha colpito di più era la presenza di gatti nel Maschio Angioino, mai visti tanti gatti in un museo.
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5 settembre 2011 at 13:00
era da intendersi che la cura con la quale hai descritto il momento del caffè non ha niente da invidiare ad un napoletano. Per quanto riguarda il maschio angioino considerarlo un museo è una parola grossa, diciamo che è certamente un monumento che per il fatto che risiedono uffici di quotidiana frequentazione è molto trascurato e meriterebbe una cura molto maggiore.
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5 settembre 2011 at 14:24
Eh sì: il mio rapporto con il caffè è quasi fisico e si vede!
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5 settembre 2011 at 11:59
Incredibilmente poetico, per quanto mi riguarda, però, il reflusso gastroesofageo rovina la poesia.
PS: in effetti, sei sicura che si parlasse di caffè?
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5 settembre 2011 at 12:05
ma che reflusso!!
Il fatto è che mi sporco sempre il naso mentre lo bevo, mi sa che avvicino troppo la tazzina al nasone a patatona
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5 settembre 2011 at 12:09
Beh, si vede che al barista piacciono i tuberi… 😛
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5 settembre 2011 at 12:13
…tuberi adrenalinici, sorridenti ed un pò incerti sull’opportunità di inzuppare nuovamente il naso 😛
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5 settembre 2011 at 12:17
mi sa che sono stata brava in questo post.
me ne compiaccio e gongolo, lodandomi da sola.
Ma, ripeto, mai post fu più letterale, forse è l’unico che vuol dire esattamente quel che dice: mera descrizione della mia pausa caffè
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5 settembre 2011 at 12:20
…o almeno così racconti a te stessa / il tuo subconscio ti fa credere…
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5 settembre 2011 at 12:30
ognuno può leggerci quel che vuole, chi ve lo impedisce?
Meglio sembrare una fatalona che una sfigata 🙂
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5 settembre 2011 at 12:45
Ottima dissimulazione QuertY, davvero ottima
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5 settembre 2011 at 20:32
tutto avrei pensato … tranne che scendessi a un cosi’ basso livello …
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5 settembre 2011 at 21:25
un like e un commento così mi generano confusione @_@
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6 settembre 2011 at 10:03
mha….che esagerazione…brava titti….sempre più in altooooooooooooooooooo
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5 settembre 2011 at 21:35
Sei una fica, bellissime parole! Io e qualsiasi britannico lo diremmo del té. Ottima descrizione dell’elisir che ogni giorno coccola milioni di italiani!
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5 settembre 2011 at 21:57
Grazie, per me il momento del caffè è un piacere che va assaporato a fondo, come un bacio 😉
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6 settembre 2011 at 00:13
E pensare che fino a pochi anni fa tremavi solo a sentir pronunciare la parola “caffè”…
Ps: ma siamo sicuri che stai parlando del caffè? LOL
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6 settembre 2011 at 10:04
super lol
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6 settembre 2011 at 11:32
se poi si comincia a lollare mi unisco anch’io. Ho compreso adesso il doppio senso che tutti voi avete individuato.
Se avessi voluto scriverlo non ci sarei riuscita così bene 🙂
SuperLol
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9 settembre 2011 at 20:43
io ancora non ho colto il doppio senso…
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9 settembre 2011 at 21:51
fattelo spiegare da Paola!
tutti grezzi i miei lettori 😛
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26 settembre 2011 at 21:12
INO….
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26 settembre 2011 at 22:19
Quello l’hai pensato solo tu perché sei maliziosa e nu picc cignl…e fum sabbin
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