Inverno è aria frizzante, una sciarpa avvolgente, mani intirizzite e la punta del naso ghiacciata. Molti sperano che passi in fretta, perché brutto, fastidioso, insopportabile. Per la gran parte della persone che conosco, inverno è freddo, neve, ghiaccio e raffreddore. Per me, invece, è pura magia: mani che si intrecciano, corpi che si avvicinano alla ricerca di calore, protezione, intimità. Inverno è appoggiare la testa alla sua spalla e alzare il viso verso di lui, vicino, sempre più vicino, finché la punta del naso torna calda, lì nell’incavo della sua guancia.

Inverno è una passeggiata interrotta all’improvviso solo per restare abbracciati a riscaldare il cuore prima del corpo. È una domenica sonnacchiosa tra le coperte, un brivido che sale su per la schiena, insieme alla sua carezza. È quel piacere sottile di acquattarsi sotto una coltre di piume mentre fuori nevica. Alzare il viso accaldato e poi decidere di rituffarsi sul suo petto per ancora cinque minuti.

Inverno è anche una fonduta al cioccolato in cui intingi la frutta con le mani. È un soffio lieve, una traccia lasciata sul contorno della bocca prima di un goloso assaggio. È farsi imboccare, mordere le dita e poi le labbra. È un piacere liquido che ribolle al fuoco tremulo di una candela. È l’odore del cioccolato e l’arancione di un mandarino che ti resta sulle mani e che dipingi sul suo viso accarezzando naso, guance, mento.
La fonduta va mangiata così, senza limitazioni, senza ripensamenti. Frutta fredda e cioccolato bollente, un contrasto che si rincorre a ogni morso. L’uno il contrario dell’altro, in continua lotta tra loro. E alla fine chi si arrende sei tu. Non mangi la fonduta, ti arrendi alla fonduta. Incondizionatamente. Potresti resistere, ma perché dovresti? Non c’è piacere migliore che esaudire un desiderio e non c’è stagione migliore che l’inverno per farlo.

Perché l’inverno è la stagione dei desideri e delle fantasmagorie, quando gli opposti si incontrano e i sogni restano impigliati tra le coperte con te, al caldo.