Oggi sono arrivata tardi in ufficio. Non è una novità. In più la riunione è durata un’eternità e devo finire un lavoro entro sera. Alzo gli occhi verso l’orologio: le sei. Le dita corrono sulla tastiera, anche quando la segretaria viene da me per raccontarmi del film che ha appena visto. Annuisco e riesco anche a fare qualche domanda sensata mentre la testa macina idee e la dita pigiano tasti su tasti.
Devo affrettarmi, oggi sento che è la volta buona per la cinquanta. Alle sei e venti mi alzo, non ho finito ma non importa, continuerò a casa, dopo cena. Prendo le mie cose ed esco, quasi corro verso la fermata. Mentre arrivo vedo una cinquanta partire. L’ho persa. Non importa, tanto non è quella giusta. Aspetto. Nemmeno due minuti e ne passa un’altra. La gente sale, ma io no. Io resto ancora a terra: nemmeno questa è quella giusta, me lo sento. La terza però la prendo, senza nemmeno dare un’occhiata da fuori. Salgo, cerco un posto a sedere e trovo lui. Credo sia lui, non ne sono certa, lo vedo così poco. Gli occhi corrono alle scarpe: marroni, da ginnastica. Sorrido, me lo sentivo: è questa la cinquanta giusta. Resto a qualche persona da lui, lo guardo. Ha i capelli un po’ mossi, appena sotto l’orecchio. Mi piace come si veste, mi piace cosa legge. Sì, perché ha in mano un libro di Nick Hornby. Io non l’ho mai letto, credo sia un libro per “uomini”, ma è nella lista dei “leggerò”. Alza lo sguardo verso di me. Lo fa di tanto in tanto. Lo guardo, sorrido appena. Resto sempre lì, a qualche persona da lui. A volte non riesco a reggerne lo sguardo e comincio ad ammirare le mie di scarpe o quelle dei vicini anonimi. Ecco la sua fermata. La mia è quella dopo, ma scendo lo stesso. Attraversiamo piazza Frattini, poi lui svolta e io continuo in via delle Primule.
Oggi l’ho visto. Sarà la terza volta da quando abito qui.
Oggi l’ho visto e sarà l’ultima volta.
Oggi l’ho visto, ma domani trasloco. Dirò addio alla cinquanta e a lui, all’uomo della cinquanta.
Ricetta consigliata per trasformare i sogni in realtà, o solo per continuare a confonderli:
1 novembre 2010 at 14:13
Finalmente ti leggo….
Sarò un tuo lettore appassionato…
Un abbraccio
Micky
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1 novembre 2010 at 18:53
Finalmente mi decido a scrivere! Sarò ben lieta di ascoltare le tue critiche!
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8 febbraio 2011 at 14:47
e poi? questo blog è bello e ben scritto.
chi sei?
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8 febbraio 2011 at 15:07
E poi mi sono trasferita.
Purtroppo non ho più rivisto l’uomo della 50, adesso prendo altri mezzi.
Grazie per il compliemento, spero di averti come lettore!
Ah, io sono Titty, qui c’è il mio faccione e in giro per il sito, cliccando qui e lì trovi altre informazioni.
E tu chi sei? L’uomo della 50? 🙂
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9 febbraio 2011 at 11:37
no però mi sarebbe piaciuto attirare la tua attenzione come lui. io sono solo uno che ha un nickname ispirato a un attore grandissimo e sottovalutato! per lavoro scrivi? o cucini?
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9 febbraio 2011 at 11:59
dire che john malkovich sia sottovalutato mi sembra esagerato.
E poi chi non vorrebbe essere john malkovich? 😉
Sono una comunicatrice, scrivo per lavoro, ma non le cose che vorrei. Quelle le scrivo qui.
Ho nel cassetto l’idea di un libro, di un film, di un ristorante, di una vita. Una volta ho trovato dei pesci rossi nel mio cassetto.
Cucino solo per gli amici, che nonostante ciò restano miei amici.
Tutti sono l’uomo della 50 di qualcuno. Magari sei sul blog di qualche altra persona. A tua insaputa.
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9 febbraio 2011 at 12:16
che adorabile citazione di un film molto bello!
devi avere un cassetto molto capiente allora.
forse sì sono stato l’uomo della 50 per qualcuna ma mi sarebbe piaciuto esserlo di una che per me era la “donna della 50”
o che scrivesse bene come te!
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9 febbraio 2011 at 12:35
in pratica mi stai dicendo che vuoi essere “la musa” di qualcuno.
Se vuoi scrivo qualcosa su di te, bastano 10 euro 🙂
Scherzi a parte, mio narciso, ti ringrazio per il complimento. Non so mai come rispondere ai complimenti. Ringraziare e basta? Elogiarmi a mia volta? Sorvolare e fingere di avere classe?
Boh, mi fa piacere. Lo dico.
Anche io vorrei essere la donna della 50 di qualcuno.
Riconoscermi nelle parole di uno sconsciuto, avere avuto un ruolo, seppur effimero, nella vita di qualcuno.
p.s.
ogni film scritto da Charlie Kaufman è un capolavoro
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8 febbraio 2011 at 16:20
Vado sempre sulla 50 con uno zainetto pieno di libri che non ho mai letto che adatto alle giovani donne senza fedi all’anulare sinistro. Ma forse quel giorno avevo preso quello con la copertina di Herman Hesse (in realtà era solo la copertina, dentro c’era il manuale del Nokia N97 mini)
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8 febbraio 2011 at 16:25
L’approccio è finzione, l’illusione è parte essenziale del gioco.
Illudimi quanto e quando vuoi tresor, non chiedo altro 😛
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9 febbraio 2011 at 15:42
ma anche essere la “musa” di qualcuno a volte non basta. e me ne rendo conto a causa della situazione in cui sono ora.
a volte una situazione sperata si rivela infausta. sai cosa si dice del regalo e dell’attesa, no?
di kaufman ne ho visti molti: adaptation, che ho amato, e sinedocche new york, che non ho capito
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9 febbraio 2011 at 16:29
Essere una musa basta quando l’unica cosa che si vuole è l’elogio del sè.
Il regalo è una sopresa per definizione e quando smetti di stupirti ci sono poche cose da fare e quasi tutte hanno a che vedere con il cioccolato 😛
L’emozione dell’incontro, lo scambio del numero di cellulare, la prima cena insieme, la sorpresa.
Pensare a casa tua, al tuo letto, al rientro solitario e la consapevolezza di non voler uscire più con quella persona, la disillusione.
Un copione già scritto.
Che situazione vivi? Magari non posso risolverla, ma posso riempirti di palliativi culinari 🙂
Adaptation si ama, senza dubbio. Synecdoche, New York non l’ho ancora visto.
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9 febbraio 2011 at 18:11
wow da un commento si è passati a un’ottima seduta di terapia. vivo una situazione da fidanzato ma non sempre felice e forse tendente al tradimento. è difficile differenziarmi dalla posta del cuore di donna moderna dove i maschi sono tutti uguali e stronzi, lo so. ma ti assicuro, non è così. spiegherò se vorrai.
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9 febbraio 2011 at 21:15
Mi piacerebbe leggere la tua storia. Conoscere chi legge le mie.
Adesso non saprei cosa consigliarti, potrei dire solo banalità, come “è il bello dell’amore l’alternarsi della felicità e del dolore”.
Ma una cosa posso dire, mi è piaciuta, perché non l’ho capita, la frase: “e forse tendente al tradimento”. Forse? Che vuol dire, ci stai pensando o hai già tradito?
Insomma, il mistero si infittisce.
Dovrai svelarmelo.
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10 febbraio 2011 at 09:41
allora ti scriverò, non qui sui commenti che mi imbarazza. grazie del tempo speso finora.
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10 febbraio 2011 at 12:16
🙂 sì, nei commenti non è il caso.
Grazie a te per essere un mio lettore e per la fiducia che mi dai.
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11 febbraio 2011 at 09:49
ma davvero vuoi che ti scriva? non sono avvezzo a tutta questa gentilezza
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11 febbraio 2011 at 10:37
se ti va, perché no?
Mi piacciono le storie. Da raccontare, da leggere.
E poi se ho inserito la mia e-mail e un form per invare dei messaggi un motivo ci sarà 😛
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